Ideazione progetto, orchestrazione del movimento coreutico e visivo:
Giovanna Amarù
Testi, composizione danza e suono a cura degli interpreti
Con:
Bintu Ayla Badiane
Lea Pedri Stocco
Roberta Pellegrino
Antonio Stella
Giovanna Amarù
Attivi efficaci e brillanti, drastici come pupi danzanti. O latenti insicuri e sommessi, decadenti perché sempre gli stessi. Tese le corde, aeree, sonore e cardiache, salpiamo per un tentativo post-futurista di abitare il grattacielo traballante dei presenti possibili. A fili scoperti, evochiamo stralci del ‘900 che ancora ci sono cuciti addosso e le scatole sovrapposte dell’impromptu sono una piccola barca che non vuole approdare allo spettacolare né all’estemporaneo, ma oscillare e vivere della fusione di tempi, modi, storie. Cerchiamo quella terra di mezzo in estinzione, dell’esistere e vigilare il corpo, il suono e la lampada durante la notte, con un pensiero per l’umano, laddove il vero mostrarsi è periglioso ed il ben guardare ancor di più.
Qui ancora ai piedi di sempiterne fabbriche della felicità e magnifici templi di progresso, qui ancora sepolti da eroismi che non hanno più l’ingenua freschezza di una volta, qui impauriti dall’ennesima Grande depressione. Sentiamo le luci della ribalta, nel regno dell’immagine autocratica digitale, dovere rovesciarsi come una debole fiamma ancora capace di sussurrare e fare percepire qualcosa, à rebours. Sentiamo che l’osservare e il sentire, non il riprodurre forsennatamente, sia oggi un atto roboante e futurista che reca la responsabilità di scegliere segni che ancora parlano, che ancora significano. Speriamo che quel gusto infantile dello sfaldare le forme, come calcio alla seriosità ossequiosa, possa farvi fiorire un prato in testa, gocciolare una diagonale luminescente, turbinare una visione imprevista.
ingresso
intero € 8
ridotto € 5